Nella grandissima confusione che si sta facendo sul prossimo avvio della Fatturazione Elettronica il prossimo Gennaio, una considerevole quota riguarda il famoso “Codice Univoco“, entità ormai mitologica di cui tutti parlano (la maggior parte delle volte a sproposito) e quasi nessuno sa cosa sia.

Perciò è tutto un rincorrersi di mail e di lettere cartacee ricevute dai fornitori ed inviate ai clienti in cui si richiede il codice univoco; senza il quale praticamente non sei nessuno, probabilmente andrai all’inferno e non riceverai mai le fatture di acquisto. Ma è tutto vero?

Il Codice Univoco Ufficio (CUU) è stato introdotto due anni fa con la Fattura Elettronica per la Pubblica Amministrazione per identificare in modo corretto i vari Uffici Finanziari che l’Amministrazione stessa può avere. Infatti per emettere una Fattura alla PA, non basta conoscere la Partita Iva dell’Ente ma è necessario indicare anche il CUU in modo da indirizzare esattamente il documento all’Ufficio che lo deve gestire. Anche un piccolo Comune con meno di 5.000 abitanti di solito ha due o tre CUU diversi. La procedura prevede l’invio della Fattura al Sistema di Interscambio (SdI) che poi la smista in base al CUU.

Ampliando la platea della FE ai privati era necessario scegliere la modalità per smistare le Fatture inviate a SdI al contribuente di destinazione. In una prima formulazione delle regole si lasciava all’emittente fattura la discrezione di indicare una Casella PEC oppure un Codice di 7 caratteri assegnato al Cliente (poi vediamo come) per l’inoltro. Però poi ci si è resi conto che gli errori sarebbero stati moltissimi ed il numero di fatture non recapitate enorme e quindi si è corso ai ripari.

Attualmente è il Contribuente che sceglie come ricevere le FE, esercitando una apposita opzione sul sito dell’Agenzia delle Entrate (AdE). Il ricevente ha due possibilità: indicare una Casella PEC oppure un Codice Univoco. Questa scelta azzera qualunque cosa il fornitore scriva nella FE inviata, che quindi può anche NON contenere alcuna indicazione. In ogni caso si riceveranno le Fatture con la modalità scelta sul portale dell’AdE.

Nel caso si scelga una Casella PEC, le Fatture si riceveranno allegate ad un messaggio di mail del Sistema di Interscambio. Per invece avere un Codice Univoco, si deve sottoscrivere un contratto a pagamento con un Fornitore di Servizi (ad es. Aruba, ma ce ne sono letteralmente centinaia) che vi assegnerà un Codice che dovrete poi comunque comunicare all’AdE. In questo caso niente più Fatture nella PEC ma accesso, con le credenziali che vi forniranno, al portale del Fornitore di Servizi e scaricamento a manina delle FE ricevute. La cosa simpatica è che il Codice che vi assegna il Fornitore di Servizi NON è affatto univoco, ma è comune a TUTTI quelli che hanno stipulato un  contratto con il Service.

Ricapitolando:

    • è assolutamente inutile richiedere o comunicare PEC o Codici ai Clienti o ai Fornitori, infatti vale solo la scelta fatta sul Portale dell’Agenzia
    • quindi è assolutamente indispensabile che ogni Azienda o Professionista comunichi all’Agenzia su quale Canale ricevere le FE
    • si può scegliere di usare la PEC per la ricezione, magari aprendo una casella dedicata, oppure sottoscrivere un contratto a pagamento con un fornitore di servizi
    • la scelta è modificabile in qualsiasi momento, quindi suggeriamo per il momento di comunicare la PEC e poi eventualmente di valutare con calma, a regime, le scelta di un Fornitore di Servizi affidabile ed economico
    • sconsigliamo assolutamente di sottoscrivere contratti con i portali suggeriti dal Commercialista a meno che non siano gratuiti (ci guadagna solo il Commercialista)
  • per scegliere l’opzione sul Portale dell’Agenzia si ha bisogno delle credenziali di accesso (le stesse di Fisco on Line); probabilmente sarete già abilitati (chiedere al Commercialista), in ogni caso la procedura è descritta qui

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Aiuto, non ho il Codice Univoco…….
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